Purtroppo, raggiunta la soglia degli 8 miliardi nel mondo, la questione di come gestire al meglio le risorse per il nostro pianeta diventa una questione che non si può ignorare. Nei nostri cimiteri nello specifico, tira una brutta aria e lo spazio risulta sempre più ingestibili all’interno delle aree adibite al ricordo. Gli spazi per costruire nuove tombe scarseggiano e chi arriva per ultimo rischia di non avere un posto. I tempi cominciano ad essere complessi, anche per le imprese funebri: il mercato delle onoranze infatti fa sempre più gola alle multinazionali che si avviano verso la penisola italiana proponendo “pacchetti funebri” capaci di compromettere la lunga tradizione centenaria delle esequie italiane. Ma come sta rispondendo la popolazione di fronte a questo scenario?
Il cimitero alternativo: la capsula mundi
L’Italia risponde attraverso un progetto che prevede la creazione di cimiteri verdi per il nostro paese. La Capsula mundi è infatti un contenitore, dalla forma arcaica dell’uovo, realizzato mediante un materiale ultra innovativo: la plastica di amido. All’interno di questa capsula il corpo del defunto viene posizionato in una posizione fetale e viene lasciato alla decomposizione. La capsula è concepita come un seme gigante istallato nel sottosuolo e, al di sopra di essa, viene adibito un cerchio di terra basso. Al centro di questo cerchio viene piantato un albero la cui sostanza viene selezionata quando il defunto è in vita e sarà in seguito premura dei parenti verificare che la volontà del defunto venga rispettata. Il cimitero all’interno di quest’ottica diventerà uno spazio risemantizzato, che avrà l’opportunità di essere visto non come un luogo dominato dal cemento infestante, ma come un luogo di ricongiunzione con la madre terra, da cui veniamo e verso cui torniamo dopo la nostra vita.
Una nuova visione di cimitero
Un funerale completo a Roma è possibile averlo grazie all’agenzia Cattolica San Lorenzo, improntata verso l’adozione di nuove strategie e scelte sociali di gestire la complessa questione dei defunti. Questi necessitano di spazi nuovi, non più di un’architettura della sovrapposizione spaziale, ma di un contatto diretto con la natura, con alberi che costruiscano un nuovo luogo dedicato al culto dei progenitori, ovvero il bosco. La morte è un momento molto delicato e, i defunti, non devono essere trattati come un problema meramente tecnico, anche perché la morte è parte integrante della vita e merita un suo preciso spazio espressivo e meditativo.