Non bisogna essere un analista finanziario per capire se un’azienda sta andando bene o male. Spesso bastano dieci minuti — e qualche concetto chiave — per leggere un bilancio e farsi un’idea concreta della salute di un’impresa. Che tu voglia investire in azioni, valutare una collaborazione o semplicemente capire meglio come funziona un’azienda, il bilancio è la tua mappa.
Il problema è che molti, appena vedono tabelle, cifre e termini tecnici, si scoraggiano. In realtà, leggere un bilancio è molto più semplice di quanto sembri. In questa guida ti spiego come orientarti tra stato patrimoniale, conto economico e rendiconto finanziario, e quali numeri osservare per avere una visione d’insieme.
Le 3 sezioni chiave del bilancio
- Stato patrimoniale: attivi, passivi e patrimonio netto
Lo stato patrimoniale è una fotografia dell’azienda in un determinato momento. Si divide in due colonne principali:
- Attivi (o attività): tutto ciò che l’azienda possiede o può incassare (immobili, crediti, liquidità, scorte).
- Passivi: i debiti e gli obblighi verso terzi (mutui, fornitori, obbligazioni).
La differenza tra attivi e passivi è il patrimonio netto, ovvero ciò che rimane agli azionisti dopo aver pagato i debiti. Un patrimonio netto positivo e in crescita è un buon segnale: significa che l’azienda sta creando valore.
Occhio anche alla composizione degli attivi: troppa immobilizzazione (es. macchinari inutilizzati) o troppi crediti insoluti possono essere campanelli d’allarme.
- Conto economico: ricavi, costi e utile d’esercizio
Il conto economico racconta com’è andato l’anno. Mostra:
- Ricavi: quanto ha incassato l’azienda.
- Costi operativi: materie prime, stipendi, marketing, spese generali.
- Utile d’esercizio: il profitto netto dopo aver sottratto tutti i costi e le imposte.
Un utile in crescita costante è un buon segno. Ma attenzione: a volte può crescere solo perché l’azienda ha tagliato gli investimenti o venduto asset. Conviene sempre guardare anche alle fonti del risultato.
Se invece l’utile è negativo, non è detto che sia un male: molte startup investono in crescita e scelgono di sacrificare la redditività nel breve termine.
- Rendiconto finanziario: liquidità e flussi di cassa
Questo è forse il documento più sottovalutato, ma spesso il più rivelatore. Il rendiconto finanziario mostra i flussi di cassa, ovvero il movimento effettivo di denaro in entrata e uscita, distinto in tre aree:
- Gestione operativa: flusso di cassa derivante dalle attività principali.
- Investimenti: acquisti o vendite di asset, come impianti o aziende.
- Finanziamenti: entrate da prestiti, aumenti di capitale, pagamento di dividendi o rimborsi.
Un’azienda può avere utili contabili positivi ma flussi di cassa negativi, segno che la liquidità è sotto pressione. E quando finisce la cassa, finisce il gioco. Osserva bene se i flussi operativi sono positivi: è da lì che si capisce se un’impresa è “viva”.
Indicatori rapidi da osservare
- Margine operativo lordo, ROI, ROE
Per chi ha poco tempo ma vuole un’idea chiara, ci sono alcuni indicatori “express” da guardare:
- Margine operativo lordo (EBITDA): misura la redditività prima di ammortamenti e interessi. Più è alto rispetto ai ricavi, più l’azienda è efficiente.
- ROI (Return on Investment): quanto rende l’investimento complessivo in azienda.
- ROE (Return on Equity): quanto rende il capitale degli azionisti. Un buon ROE è generalmente sopra il 10%.
Questi numeri vanno sempre confrontati con quelli di aziende simili del settore: un ROE del 12% può essere eccellente in un settore e mediocre in un altro.
- Debito/Equity e posizione finanziaria netta
Il rapporto debito/equity indica quanta leva finanziaria usa l’azienda. Un valore superiore a 1,5 può essere rischioso (ma dipende dal settore).
La posizione finanziaria netta (debiti meno liquidità) indica quanto un’azienda è esposta. Se è positiva, significa che l’azienda ha più debiti che cassa. Se è negativa, ha cassa in eccesso: un buon cuscinetto per tempi difficili.
- Crescita anno su anno e confronto con competitor
Non basta vedere i numeri di un singolo anno. Serve capire la tendenza nel tempo.
- I ricavi crescono regolarmente?
- I costi sono sotto controllo?
- L’utile migliora o peggiora?
Il confronto con gli anni precedenti è essenziale per capire se l’azienda sta accelerando o rallentando. E il confronto con i concorrenti aiuta a capire se le performance sono frutto della bravura aziendale o di un mercato favorevole per tutti.
Conclusione
Leggere un bilancio aziendale in 10 minuti è possibile, a patto di sapere cosa guardare. Non serve analizzare ogni riga o saper costruire modelli Excel complessi. Basta concentrarsi su alcuni elementi chiave — patrimonio, utile, cassa, debiti e margini — per farsi un’idea concreta delle performance di un’azienda.
Che tu sia un investitore privato, uno studente, un imprenditore o un curioso, imparare a leggere un bilancio ti darà uno strumento in più per prendere decisioni più consapevoli, fare domande migliori e capire davvero cosa c’è dietro i numeri.
FAQs
- Dove si trovano i bilanci delle aziende?
Per le società quotate, sui siti ufficiali nella sezione “Investor Relations”. Per le aziende italiane, anche sul sito del Registro delle Imprese o tramite portali come Cerved o Infocamere. - Come capire se un’azienda è solida?
Guarda patrimonio netto, flussi di cassa operativi positivi, bassa leva finanziaria e utile stabile o in crescita. Un’azienda solida regge anche in tempi difficili. - Quali sono i segnali di allarme nel bilancio?
Perdite ricorrenti, debiti elevati, calo dei ricavi, flussi di cassa negativi, variazioni improvvise nei costi. Anche il cambio frequente di revisori o dirigenti può essere un segnale. - È utile confrontare bilanci di più anni?
Assolutamente sì. Il trend è spesso più importante del singolo numero. Solo così puoi capire se l’azienda sta migliorando o peggiorando.