Una delle prime soluzioni di investimento che vengono consigliate a chi vuole impiegare una parte del proprio capitale ma senza correre rischi particolari è sicuramente rappresentata dalle obbligazioni. In realtà il discorso è molto più ampio, perché ci sono obbligazioni ed obbligazioni e non sempre possono essere considerate sicure. Gli Astaldi bond ne sono un esempio perfetto: scopriamo cos’è successo al loro valore e qual è la situazione attuale.
Cos’è successo agli Astaldi bond ed al loro valore
Partiamo con un dato decisamente pesante: chi aveva investito negli Astaldi bond, da quando la società emittente aveva richiesto di accedere al concordato preventivo, ha perso una cifra che supera il 90% del capitale investito. Incredibile, soprattutto se si considera che la Astaldi veniva considerata una delle più importanti realtà a livello europeo per quanto riguarda la realizzazione di opere ingegneristiche.
Purtroppo l’impresa nel corso degli anni passati era entrata in una crisi finanziaria di grandi dimensioni che il 28 dicembre del 2018 l’ha portata a richiedere l’accesso ad una procedura di concordato preventivo con riserva. L’avvio della procedura di fatto ha fatto retrocedere i titoli da un rating di CCC (debito altamente speculativo) ad un rating D (insolvente). Chi aveva scelto di investire il proprio denaro nelle obbligazioni emesse dalla compagnia ha dovuto subire l’applicazione di condizioni oltremodo penalizzanti.
Cosa possono fare gli obbligazionisti?
Purtroppo gli Astaldi bond sono strumenti complessi, quindi gli investitori avrebbero dovuto ricevere un’informativa maggiormente chiara ed accurata rispetto a quella effettivamente avuta. In molti casi non è stata verificata la presenza dei requisiti e delle competenze che gli investitori dovrebbero avere per poter acquistare strumenti di questo tipo. Gli Astaldi bond sono stati venduti per lo più allo sportello o tramite piattaforme online: due metodi che non permettono di eseguire un’adeguata profilazione del cliente. Inoltre, le obbligazioni della Astaldi erano classificate come strumenti ad alto rischio fin dall’estate del 2017: la posizione degli intermediari diventa più grave, perché nei confronti dei clienti hanno una responsabilità contrattuale di durata decennale.
Per questo le banche che in qualità di intermediario hanno venduto ai loro clienti le obbligazioni rischiano di essere al centro di una causa civile ordinaria oppure di un ricorso all’arbitrato delle controversie finanziarie. Gli investitori che vogliono cercare di recuperare almeno una parte del capitale perduto hanno quindi la possibilità di rivalersi proprio nei confronti dell’intermediario. Per farlo, però, devono ritrovare tutta la documentazione relativa alla sottoscrizione dei bond, all’informazione sull’investimento fornita dall’intermediario ed alla profilatura del rischio.